Le mostre di Palazzo Collicola non si limiteranno solo alle sale interne del museo. Gli spazi all'esterno del palazzo, infatti, accolgono l'installazione Dal Giorno alla Notte dell'artista Felice Levini (Roma, 1956), grazie a una collaborazione tra i Musei Civici di Spoleto e l'associazione Hypermaremma, da anni attiva nella promozione dell'arte contemporanea. L'opera di Levini, prodotta dall'associazione in occasione della scorsa edizione del festival di Hypermaremma, è formata da grandi frecce di colore rosso idealmente scoccate dall'alto che, unendo mitologia e simbolismo, si presentano come dei "segnali divini", a indicare un luogo a suo modo sacro. La presenza delle frecce che compongono l'opera - insieme alla proiezione delle loro ombre - contribuirà a caratterizzare il cortile di Palazzo Collicola, diventando un nuovo elemento distintivo di quello spazio, liberamente accessibile al pubblico negli orari di apertura del museo.
L'installazione di Felice Levini è possibile grazie al generoso sostegno dell'azienda Costa d'Oro.
Felice Levini (Roma, 1956) vive e lavora a Roma. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti, nel 1978 - insieme a Giuseppe Salvatori e a Claudio Damiani, e poi con Vittorio Messina e Mariano Rossano - apre uno spazio in via S. Agata dei Goti gestito dagli stessi artisti, che diventa luogo di incontro per mostre e serate di poesia. Il 1978 è anche l'anno della sua prima collettiva dal titolo Artericerca ‘78, allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1980 entra a far parte del gruppo dei "Nuovi-Nuovi", che debutta con la mostra a cura di Renato Barilli alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Bologna. Dal 1982 Levini sottopone le sue opere a un processo di scomposizione che ricorda il divisionismo di Georges Seurat. A questi lavori, negli ultimi anni Ottanta, seguono opere più compatte e tridimensionali, dominate da una struttura solida e geometrica, che vanno in una direzione quasi architettonica. Autoritratti, animali, arabeschi sono i temi ricorrenti in questi anni. Nel corso degli anni Novanta il suo lavoro oscilla tra l'astratto e il figurativo; nei suoi allestimenti, alla ripetizione dell'immagine, che la rende astratta, viene contrapposta la presenza umana, viva. Nel 1990 espone a Spoleto in occasione del XXXIV Festival dei Due Mondi; nel 1993 è presente alla XLV Biennale di Venezia; nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma; nel 2013 espone alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.