Nella cornice della Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, la cui fondazione risale al 1154, Paolo Icaro, tra i più importanti scultori della scena artistica contemporanea è, è invitato a dialogare con la suggestiva architettura medievale.
Icaro ha immaginato un intervento poetico realizzato direttamente sul posto, che parte proprio dalla relazione con l'ambiente circostante: l'installazione si compone di lastre di vetro specchiate collocate sopra dei piccoli elementi rialzati, che catturano e riflettono i dipinti delle pareti attorno, amplificandoli. In questo modo l'osservatore è invitato a un'inedita interazione tra la propria posizione, il prorpio sguardo e le immagini che lo circondano.
Anacronismo sancisce il ritorno a Spoleto di Paolo Icaro a distanza di oltre cinquant'anni dalla partecipazione al Premio Spoleto (1966) e alla storica mostra Undici artisti italiani degli anni Sessanta (1967), curata da Giovanni Carandente a Palazzo Ancaiani.
Negli stessi anni Icaro partecipò a importanti esposizioni ricordate oggi come momenti fondamentali della storia dell'arte e delle mostre del secolo scorso, come Arte Povera Im- Spazio alla Galleria La Bertesca di Genova (1967); Arte povera più azioni povere ad Amalfi; Op Losse Schroeven. Situaties en cryptostructuren allo Stedelijk Museum di Amsterdam; When Attitudes Become Form alla Kunsthalle di Berna (1968-1969).
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